Offtopic – Dimentica il mio nome

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Anche i fumetti sono libri, no?

Questo albo è la prima vera opera di Zerocalcare che ho preso in mano, prima di questa avevo letto solo qualcuna delle strisce che pubblica ogni tanto sulla sua pagina Facebook. Divertenti davvero, eppure non mi è mai venuto lo stimolo di approfondire finché (l’occasione) un mio compagno di corso non compare con questo volume per le mani. “Lo hanno regalato al mi fratello per il compleanno.” fa lui “Deh se vuoi te lo presto.”

Così fu. “E bene vello!” direbbe il mio collega (che è molto livornese se non si fosse capito.)

Sul sito dell’autore è scritto che il volume “è un pezzo della storia, più o meno vera, più o meno no, della mia famiglia.”

Che dire? Questa storia è raccontata sempre con il modello adottato nelle strisce, il tono è scherzoso e colloquiale, la battuta sempre pronta ma si sente davvero la differenza.

Primo la coerenza, rispetto agli episodi tipici di una raccolta di strisce qui si ha di fronte una vicenda compiuta, una trama ben compatta e nemmeno tanto breve.

Secondo i temi trattati, decisamente più profondi e alcuni di essi più spinosi. Particolarmente fatti bene trovo il discorso sulla famiglia e sulla tragedia familiare, trattati con estrema cura ma senza smancerie. Le dinamiche riportate sono reali abbastanza da potercisi rivedere dentro e questo non è così comune.

Terzo le riflessioni. E su queste voglio soffermarmi. A mio parere queste più che la narrazione sono fulcro dell’albo, il punto non è tanto quel che succede ai personaggi ma piuttosto i pensieri che scaturiscono nella testa dei personaggi nel momento in cui accade qualcosa.

Mi spiego meglio. Quando a un personaggio di un racconto viene affidato un compito l’attenzione può essere posta su due aspetti diversi: si possono seguire la peripezie affrontate dal personaggio per portare a termine la sua missione oppure ci si può soffermare sull’interiorità del personaggio, riflettere sul perché gli sia stato affidato tale compito e sui pensieri che nascono in lui sulla via. Ecco, qui si opera in maniera simile, ci si focalizza molto sulla parte psicologica del protagonista usando la trama come pretesto per introdurre riflessioni e far evolvere da dentro il personaggio. Una specie di “fumetto di formazione” intimista.

Questo non significa che per tutto il tempo non succeda assolutamente nulla è che la narrazione si interrompa di continuo per lasiar spazio a infiniti discorsi che appena ci incastrano con quel che sta succedendo.

Au contraire!

La storia raccontata è davvero coinvolgente (per quello sto evitando spoiler di qualsiasi genere) e qualche colpo di scena è davvero inaspettato, tuttavia la struttura della narrazione scivola spontaneamente verso la riflessione, spontaneamente sorgono dubbi, domande che deviano il corso degli eventi. Senza scossoni si alterna il presente ad un flashback del passato a quel che passa per la testa del protagonista. Il tutto ulteriormente alleggerito dal tipico umorismo di Zerocalcare.

Per farla breve, chi ha voglia di leggersi un racconto ben fatto, decisamente spiritoso, con il giusto quantitativo di avventura e capace di lasciare qualche spunto di riflessione ha scelto l’autore e il fumetto giusto.

 

 

“Oh sai chéri… alle volpi non importa molto dei nomi.”

Lui.

 

 

PS: pare che il fratello del mio collega possieda anche altri volumi dello stesso autore…

 

 

 

 

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